Champagne in miscelazione: Champagne Cocktail e French 75

di Luca Tesser |  Eccoci a parlare dei due sparkling cocktail per eccellenza, a base di Champagne: lo Champagne Cocktail e il French 75. Molto diversi fra loro, ma accomunati dal medesimo ingrediente principale, questi drink potrebbero far sorgere in molti un quesito: ha davvero senso utilizzare il più nobile e il più costoso fra i vini per preparare un cocktail?

Che si nobiliti lo Champagne mischiandolo con altri ingredienti è una considerazione del tutto personale: magari non è del tutto ragionevole utilizzare uno Champagne particolarmente prestigioso, ma è anche vero che il risultato è piacevole e non è detto che una materia così nobile si deturpi barbaramente se usata in un cocktail.

I puristi dello Champagne, quindi, se ne facciano una ragione: questi due cocktail hanno il loro perché.

Champagne Cocktail

A comporre lo Champagne Cocktail, così come lo conosciamo oggi, sono una zolletta di zucchero imbevuta in Bitter Angostura,  Cognac e  una dose generosa di Champagne.

Il risultato è un drink estremamente piacevole e aromatico.

Appena si inizia a bere questo sontuoso drink, si ha la sensazione secca e aromatica dello Champagne, che si trasforma nel corso della bevuta in una sinfonia di note più dolci e aromatiche.

Su un paio di aspetti occorre fare chiarezza: un primo riguarda la zolletta, che non è da mescolare, perché saranno direttamente le bolle dello Champagne a consumarla lentamente, sprigionando dolcezza e aromaticità.

Un altro elemento noto a pochi è il fatto che occorre inserire il Cognac nel cocktail freddo, per evitare che si alteri completamente la temperatura ottimale dello Champagne. Sarà sufficiente prendere una bottiglietta, riempirla di Cognac e conservarla in frigorifero.

Le origini del cocktail

La storia di questo cocktail si perde fra le origini stesse della miscelazione. Si dice addirittura che già nel Settecento era uso mescolare lo Champagne con un goccio di Cognac, ed è bene ricordare che lo Champagne dell’epoca era completamente diverso da quello di oggi: era molto più dolce.

Troviamo citazioni dello Champagne Cocktail fin dai primi testi dedicati alla miscelazione: uno per tutti è “The Bar-Tender’s Guide: How to Mix Drinks, or Bon-Vivant’s Companion”, di Jerry Thomas.

Tuttavia, dalla metà dell’Ottocento fino quasi agli anni Trenta del Novecento, curiosamente, non compare fra gli ingredienti di questo cocktail il Cognac, e le modalità di preparazione e di servizio sono completamente differenti.

Sostanzialmente, lo Champagne Cocktail che troviamo nei testi sacri della miscelazione della seconda metà dell’Ottocento è una specie di Julep Cocktail, che veniva servito in un tumbler con ghiaccio tritato, zucchero, Bitter e Champagne.

Insomma, qualcosa di completamente differente dallo Champagne Cocktail che conosciamo. Sarà con il nuovo secolo che si utilizzeranno zolletta, Bitter, Cognac, Champagne e si eliminerà il ghiaccio. Negli anni Quaranta del Novecento il nostro Embury nel suo “The Fine Art of Mixing Drinks” criticava aspramente lo Champagne cocktail, affermando che certamente non sarebbe piaciuto agli amanti dello Champagne e che non aveva granché senso utilizzare questo costoso ingrediente in un cocktail.

Lo Champagne Cocktail rimane comunque il principale cocktail a base Champagne e si è prestato a centinaia di interpretazioni e varianti, che possono essere più o meno apprezzate.

La ricetta

  • 1 zolletta di zucchero
  • 2 drops di Angostura Bitter
  • 1 oz di Cognac
  • 3 oz di Champagne

Prendere una flûte ben raffreddata e mettere sul bicchiere un tovagliolino. Sopra il tovagliolino posizionare una zolletta di zucchero e sulla stessa tre drops di Angostura Bitter. Togliere il tovagliolino facendo cadere la zolletta sul fondo del bicchiere. A questo punto, versare gli ingredienti. Aggiungere gli oli essenziali di una scorza di limone.

French 75

Il French 75 è un cocktail a base di Gin, succo di limone, zucchero e Champagne. Il profilo aromatico di questo cocktail è l’esatto opposto di uno Champagne Cocktail: fresco, agrumato, ma anche dry e dal bouquet aromatico complesso.

Il nome fa riferimento a un cannone da guerra francese, nello specifico il cannone da campo leggero da 75 mm, che fu il pilastro dell’artiglieria francese dalla fine dell’Ottocento e fu utilizzato per tutto il primo conflitto mondiale.

Il French 75 era considerato come il più moderno e letale cannone campale dell’epoca.

Preparazione e consigli utili

Il French 75 viene preparato in una flûte da Champagne ben raffreddata. Si prepara in tre fasi: il primo passaggio è versare in uno shaker la giusta quantità di succo di limone fresco, ½ oncia, e si aggiungono un cucchiaino e mezzo circa di zucchero a velo.

Si mescola il limone con lo zucchero a velo con un barspoon e si versa il Gin.

Si shakera il tutto con il ghiaccio e si versa il contenuto nella flûte. In fine si aggiunge lo Champagne e si completa il cocktail con una scorzetta di limone. L’utilizzo dello zucchero a velo è essenziale per dare una sfumatura dolce e preziosa al cocktail.

Si può utilizzare anche del simple syrup, ma in questo caso non avremo lo stesso risultato dello zucchero a velo, perché mancherà la nota vanigliata. È sconsigliato anche versare il limone, lo zucchero e il Gin direttamente nel bicchiere e aggiungere lo champagne, per non compromettere temperatura e texture.

Le origini

La nascita del French 75 è datata intorno al 1914-1915 all’Henry’s bar di Parigi.  Tuttavia è più probabile che fu inventato al Ciro’s, sempre nella capitale francese.

C’è chi pensa che il nome del drink si riferisca a una pistola, la CZ 75, un’arma semiautomatica cecoslovacca, ma il riferimento è completamente errato. Il nome fa riferimento al cannone Soixante Quinze, un letale cannone da campo francese, con il quale il cocktail sembrava avere in comune la capacità di mietere vittime. Il drink era infatti in grado di “stendere” chi lo beveva.

Harry Craddock disse del French 75: “Colpisce con un notevole precisione”. Pare, in effetti, che il cocktail sia colpevole di avere colpito e steso parecchie persone dal 1914, anno in cui Henry Tépé lo creò.

Nel tempo il cocktail si è comunque evoluto e dalla ricetta originale tanto è cambiato.

Nella prima versione il cocktail utilizzava come distillato principale l’Applejack e la granatina.  Veniva servito in un tumbler alto con ghiaccio.

Si è poi passati, intorno al 1922, alla versione Cocktail 75. Quest’ultima prevedeva l’utilizzo, accanto alla granatina, del Calvados.

Nel 1926 si è aggiunto l’Assenzio e, sul finire degli anni Venti, si è consolidata la ricetta del French 75 che conosciamo oggi.

Tante versioni

Oltre che nel nome e nella ricetta, il cocktail è cambiato anche per quanto riguarda il bicchiere in cui viene servito: inizialmente si usava una coppa Champagne ampia, poi si è passati al Collins e, infine, si è arrivati alla flûte. Si pensa addirittura che il nome del cocktail sia legato al fatto che durante la Prima guerra mondiale il drink era bevuto in vere cartucce esplose del cannone, utilizzate, appunto, come bicchiere.

Le varianti di questo cocktail sono diverse: alcune prevedono la Vodka, altre il Bourbon e prendono il nome di French 95, altre ancora si chiamano French 125 e usano il Cognac. E potremmo continuare all’infinito, cambiando lo spirit di base e il numero dopo French.

La ricetta

  • ½ oz di succo di limone
  • 1 cucchiaino e mezzo di zucchero a velo
  • 1 oz di Old Tom Gin
  • 2 oz di Champagne

Mettere nello shaker il succo di limone e lo zucchero a velo, sciogliere lo zucchero nel limone con un barspoon. Aggiungere il ghiaccio e il Gin, meglio un Old Tom, shakerare il tutto e versarlo nella flûte. Aggiungere Champagne. Aggiungere oli essenziali di una scorzetta di limone sulla superficie del bicchiere.


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